Anche se sono state rinvenute numerose tracce che testimoniano remoti insediamenti sul territorio di Villetta Barrea già in epoca preromana (tracce ancora visibili presso la Piana di Decontra e presso la Fonte della Regina, in realtà le prime e inconfondibili notizie su Villetta Barrea si hanno solo nei primi del 1400, dove il borgo compare in un atto notarile del 1426 e successivamente negli atti di un censimento demografico ordinato da Alfonso D'Aragona datato 1427 col nome di "Villa Valis Regiae" e "Villa di Varreggia". Prima di tale periodo, più precisamente intorno al 745, i Benedettini fondarono in questi territori un monastero dedicato a Sant'Angelo, che venne poi detto di Barreggio, di cui fu diffuso il culto dai Longobardi. Il monastero subì però la totale distruzione per un incendio scoppiato durante i combattimenti contro un gruppo di Ungari che oramai in disfatta si rifugiarono fra le sacre mura. Ancora oggi è possibile ammirare i resti dell'antico monastero presso il cimitero di Villetta Barrea.Con l'aggravarsi del pericolo i non molti abitanti si trasferirono in Roccaintramonti, ed i Benedettini, costretti a lasciare il Cenobio, si rifugiarono in un fortilizio realizzato sulla costa di Barrea detto "Studio". Più tardi i monaci iniziarono la ricostruzione del Monastero che però non riguadagnò più il suo antico splendore. L'origine di una vera e propria borgata, dalla quale sarebbe derivata l'attuale Villetta Barrea, sembra da ricollegarsi all'esodo degli scampati al rogo di Roccaintramonti, rogo dolosamente provocato da Giacomo Cantelmo, Signore di Alvito e del borgo di Roccaintramonti, pur di non cederlo ai Conti di Sangro che ne reclamavano il possesso. Siamo intorno al XV secolo e con la ripresa dell’agricoltura e delle altre attività produttive, il nuovo borgo di Villetta Barrea cominciò a consolidarsi ed ad acquistare una sua consistenza demografica ed organizzativa ed una notevole prosperità dovuta allo sviluppo dell'allevamento ovino connesso con la transumanza. In questo stesso periodo il nuovo agglomerato fu assoggettato all'egemonia di alcune famiglie feudali, quali i Caldora, i de Requenses, i D'Afflitto ed infine i Caracciolo di Melissano.. Solo agli inizi dell’800, con le disposizioni relative all'eversione della feudalità, anche Villetta si liberò dal giogo baronale, conservando del suo passato il segno della lunga presenza dei Benedettini tutt'oggi testimoniata dalle denominazioni attribuite a diverse località come Collangelo, Valle Sant'Angelo, Fonte Sant'Angelo, così come conservano i nomi di monaci di quel cenobio sia il Colle Santoianni che i Colli di Morino. Dopo un declino subito sul finire del XIX secolo a causa del fenomeno emigratorio verso i Paesi d'oltre oceano, oggi, grazie soprattutto allo sviluppo di un turismo montano-naturalistico garantito e tutelato dai vincoli di un Parco Nazionale, ha garantito a Villetta Barrea una nuova vitalità.